Beckett in versione pop
di Filippo La Porta
Left, 24 novembre 2012
Il ceco Patrik Ourednik racconta il secolo breve. Con humour nero
Vorrei presentarvi un autore straordinario, colpevolmente un po’ trascurato nel nostro Paese: Patrik Ourednik, ceco e residente a Parigi dal 1983. L’altra settimana è stato al centro di un bell’incontro perugino a Umbria-libri. Di lui la casa editrice palermitana Due Punti ha pubblicato recentemente Oggi e dopodomani, tragicommedia sull’apocalisse e quasi versione pop di Beckett. Ma l’opera più ispirata resta Europeana. Breve storia del XX secolo (Due Punti) uscito da qualche tempo ma che qui vorrei proporre come libro di testo per insegnanti di scuola media. Per raccontare il secolo scorso allinea eventi storici e fatti del costume, l’invenzione dei gas “Zyklon B” (sperimentato a Buchenwald su 250 bambini zigani di Brno) e la bambola Barbie, la condanna a morte da parte dello stato sovietico di 5.500 propugnatori dell’esperanto nel ’37 e la gomma da masticare (che risale al 1903!), la nascita di Scientology e il recente licenziamento di un lavoratore in Germania perché posteggiava la sua vecchia auto malandata davanti a una impresa, e poi elenchi di genocidi, dati statistici su ogni cosa (in Francia la gente la macchina 10 volte l’anno, in America 28 volte). La Storia somiglia al racconto di un idiota pieno di furore e strepito di cui parla Shakespeare. Il punto di vista è fatto di candore, ironia e stupore. Lo sguardo è solo apparentemente impassibile. In realtà l’autore, che simpatizza per l’anarchia, si schiera dalla parte della gente comune e di chi sta in basso, contro il potere e i burocrati. Non ha bisogno di giudicare. Gli basta mettere in scena la realtà per farle spremere la verità (spesso involontariamente comica). Infatti è soprattutto uno scrittore satirico. A proposito della procreazione assistita scrive che si può acquistare o sperma di un ingegnere aeronautico del Kansas di 42 anni di religione battista e di origini miste olandesi e ucraine… Fulminanti poi certe sequenze: negli anni 50 i protagonisti dei film s’accoppiavano nei campi di grano perché questi sapevano di giovinezza, negli anni 60 sulla battigia in riva all’oceano perché era romantico, negli anni 70 nelle automobili… Se c’è un elemento che unisce i totalitarismi del secolo scorso è la mania di purificare, di sterilizzare, di castrare, etc., tanto che erano entrambi fissati con l’eugenetica. Non si accetta la impurità dell’esistenza, si ritiene che il male – proiettato all’esterno di sé e identificato con l’altro (sia esso l’ebreo o il controrivoluzionario) – possa essere estirpato dalla Storia umana. Come direbbe un illustre connazionale dell’autore, Milan Kundera, questa attitudine non è altro che il Kitsch, e cioè – nelle sue stesse parole – la rimozione della merda. Ecco un metodo infallibile per individuarlo: tutti quei romanzi contemporanei che vogliono solo intrattenerci, che sdrammatizzano la realtà, che rimuovono la parte della depressione e della banalità nella vita quotidiana. Un merito non secondario di Ourednik è di dimostrare, contro la asfissiante retorica della complessità, che invece il mondo è anche molto semplice, e che si può raccontare in modo semplice, elementare, con humour alla Perec e serietà morale mitteleuropea.