Europeana. Breve storia del XX secolo

mercoledì 14 marzo 2012
di  NLLG

Europeana. Breve storia del XX secolo

Traduzione di Elena Paul

:duepunti edizioni, Palermo, 2005, 2007, 2011


 Altri storici dicevano

Altri storici dicevano che in realtà il Ventesimo secolo era iniziato prima cioè quando era scoppiata la rivoluzione industriale che aveva sconvolto il mondo tradizionale con l’invenzione delle locomotive e dei battelli a vapore. E altri ancora dicevano che il Ventesimo secolo era iniziato quando si era scoperto che l’uomo discende dalla scimmia ma alcuni sostenevano di discenderne meno perché avevano avuto un’evoluzione più rapida. E i linguisti comparavano le lingue e si chiedevano qual è la lingua più evoluta e chi è più avanti nel processo di civilizzazione. In generale si stimava che fossero i Francesi perché si servivano del congiuntivo imperfetto e del condizionale passato e sorridevano soavemente alle donne e le donne danzavano il cancan e i pittori inventavano impressioni e in Francia accadevano cose raffinate e moderne. Ma i Tedeschi dicevano che una vera civiltà deve essere semplice e vicina al popolo e che avevano inventato il romanticismo e i poeti tedeschi componevano versi d’amore e le nebbie salivano nelle valli. I Tedeschi dicevano che l’incarnazione della civiltà europea spettava a loro perché sapevano fare la guerra e il commercio ma anche dedicarsi a un franco cameratismo e che i Francesi erano arroganti e gli Inglesi presuntuosi e che gli Slavi non avevano neppure una lingua degna di questo nome e che la lingua è lo spirito della nazione ma gli Slavi dicevano che in realtà avevano la lingua più antica di tutte e che avrebbero potuto provarlo facilmente. I Tedeschi soprannominarono i Francesi mangialumache e i Francesi soprannominarono i Tedeschi teste di cavolo. E i Russi dicevano che l’Europa si avviava alla fine e che i cattolici e i protestanti l’avevano completamente corrotta e proponevano di cacciare i Turchi da Costantinopoli e riunire l’Europa alla Russia per proteggere la fede.


  Dopo la Seconda Guerra Mondiale

Dopo la Seconda Guerra Mondiale i giovani cominciarono ad essere sempre più importanti nei paesi democratici perché la società dei consumi si era imposta e quando i giovani vedevano la pubblicità di qualcosa di giovane lo chiedevano ai genitori. Nella società dei consumi le nuove generazioni sono cresciute nell’agiatezza materiale e i bambini potevano avere berretti nuovi e orsetti di peluche e palloncini ecc. e prendevano in giro i loro genitori che raccontavano di aver dovuto andare a scuola a piedi nudi o dividere i loro berretti con fratelli e sorelle. E crescendo si sono messi a pensare che la società dei consumi asserviva l’uomo e che bisognava inventare un mondo nuovo in cui nessuno sarebbe stato asservito. E negli anni Sessanta i giovani hanno cominciato a ribellarsi contro la società dei consumi e l’asservimento e le guerre e il razzismo ecc.


 I giovani dicevano

I giovani dicevano che il razzismo era un corollario del mondo antico e che occorreva ripensare il mondo e che la televisione e il frigorifero valevano meno dell’amore e della realizzazione di sé. E non volevano che i genitori imponessero loro gli studi e proibissero loro di fumare e di accoppiarsi e di portare i capelli lunghi ecc. E nel 1968 scoppiarono delle rivolte studentesche in Europa occidentale e gli studenti facevano barricate e andavano nelle fabbriche e tentavano di convincere gli operai che il mondo doveva cambiare base e scrivevano sui muri il blu rimarrà grigio finché qualcuno non lo avrà inventato e siate realisti chiedete l’impossibile e vietato vietare e l’immaginazione al potere e occupavano le aule ad anfiteatro e i teatri e si accoppiavano in modi diversi e discutevano di politica. Gli anni Sessanta hanno rappresentato una frattura importante nella storia della società occidentale perché il benessere materiale si è affermato e le donne hanno avuto la possibilità di fare ricorso alla contraccezione e i giovani sono diventati una componente significativa dell’opinione pubblica e a poco a poco i meno giovani hanno cominciato anche loro a vestirsi in modo informale e ad accoppiarsi in modi diversi e ad esprimere pensieri audaci e non conformisti. E i sociologi dicevano che la società borghese non esisteva più e che era stata sostituita da una nuova forma di società che si poteva chiamare adolescenziale e dicevano che si trattava della testimonianza di una frattura radicale nell’evoluzione della società occidentale e che valeva la pena di pensarci su. E alcuni filosofi dicevano che il culto della giovinezza era una delle più grandi stupidaggini della storia del pensiero e che era sintomatico che fosse stata promossa dai fascisti e dai comunisti e che le società democratiche erano state tanto stupide da farla propria ma altri dicevano che era nella natura delle cose e che la giovinezza era forse stupida ma dimostrava di essere dinamica e che questo era positivo. I sociounlogi dicevano che il fatto di essere positivi era un valore nuovo nella civiltà occidentale e che aveva sostituito i valori dell’umanesimo tradizionale che non corrispondevano più allo stato attuale della società. Essere positivi significava essere inclini a considerare l’avvenire con fiducia e fare sport e vivere in modo sano e armonioso e andare regolarmente dal medico e raggiungere un’età avanzata e lavorare con assiduità per godersi la pensione e vestirsi in modo informale. E nessuno voleva essere povero e tutti volevano un frigorifero e un telefono portatile e un animale da compagnia e una vita sportiva e una carriera dinamica. I filosofi cattolici davano la colpa ai protestanti che attribuivano un valore eccessivo al successo materiale e all’AIUTATI CHE DIO TI AIUTA mentre i cattolici credevano piuttosto all’A CIASCUNO LA SUA CROCE. E i filosofi protestanti dicevano che la Chiesa cattolica era incapace di seguire l’evoluzione delle mentalità che evolvono senza sosta. E che loro invece erano attenti all’evoluzione delle mentalità e che se i pastori potevano sposarsi e accoppiarsi con la moglie era per infondere meglio le idee cristiane in una società minacciata dal nichilismo. E la gente di città aveva animali da compagnia come cani e gatti e canarini e tartarughe e porcellini d’India ecc. perché l’animale era il compagno più antico dell’uomo e non lo avrebbe tradito perfino in un mondo disumano. E i cani e i gatti avevano i loro acconciatori e i loro saloni di bellezza e le loro palestre e i loro centri di rieducazione e i loro obitori e i loro cimiteri ecc. E i soldati americani tornati dal Vietnam hanno fatto una colletta per far costruire un monumento dedicato ai 4 100 cani americani caduti in Vietnam per la libertà e la democrazia. E nei paesi sviluppati si ristrutturavano le masserie che poi venivano chiamate musei campestri o angoli di campagna dove la gente di città veniva a vedere com’è fatto un cavallo o una pecora o una vacca o una gallina perché gli animali d’allevamento erano scomparsi dalle città. E scomparivano altri animali come i tassi e le civette e le raganelle e le farfalle e gli scarabei e gli ambientalisti davano la colpa all’inquinamento e ai pesticidi e ai gas di scarico. E certi ambientalisti si introducevano di notte nei laboratori medici e farmaceutici in cui si facevano esperimenti sugli animali e liberavano le scimmie e i conigli e le cavie e i cani e i serpenti e le rane. E la gente era sempre più convinta che occorresse proteggere gli animali e si fondavano associazioni per la protezione degli animali e c’era chi si travestiva da orso o da avvoltoio e sfilava per le strade delle città manifestando contro i cacciatori e le corride e gli esperimenti scientifici sugli animali e sostenevano che uccidere gli animali era disumano. Alcuni erano vegetariani e mangiavano carote ecc. I cacciatori dicevano di andare a caccia per mantenere vive le tradizioni e che le tradizioni si stavano perdendo e che nel mondo moderno le tradizioni erano importanti. E quando un cacciatore uccideva per sbaglio un altro cacciatore invece di un cinghiale gli altri cacciatori facevano una colletta per comprare alla vedova una lavatrice nuova o un’altra cosa che potesse esserle utile.


 I sessuologi dicevano

I sessuologi dicevano che la bambola Barbie era il primo strumento per la costruzione dell’identità femminile nelle bambine e che il suo successo provava che esiste effettivamente una sessualità infantile. Si è parlato molto di sessualità infantile nel Ventesimo secolo perché grazie ai nuovi metodi di indagine psicologica ci si è accorti che le bambine avrebbero tanto voluto fare un bambino con il loro papà e che il bambino in questione era in effetti un sostituto del pene perché le bambine avrebbero tanto voluto avere anche un pene e insomma la bambola era al tempo stesso come un bambino fatto con il papà e un pene. Per molto tempo ci sono state soltanto bambole femmine ma poi sono stati creati anche i bambolotti maschi e le bambole femmine avevano una fessurina tra le gambe e i bambolotti maschi un pisellino. E negli anni Sessanta ci si mise a fare bambole nere o mulatte che i genitori bianchi compravano ai figli per esprimere le loro opinioni antirazziste. Il razzismo era una teoria del Diciannovesimo secolo che diceva che le razze avevano le loro invarianti e si trovavano a diversi stadi di evoluzione e che i più evoluti erano i Bianchi con un senso innato dell’organizzazione sociale e del pensiero astratto e di un franco cameratismo e i razzisti temevano che la mescolanza delle razze avrebbe deteriorato le invarianti dei Bianchi e minato il potenziale genetico che avrebbe permesso loro di essere l’avanguardia dell’umanità.


© Patrik Ourednik